CSRD, l’UE risponde al pericolo greenwashing
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Edited by Isabella Manfredi

Che ci piaccia giocare con le parole ve ne siete già accorti.

Però fidatevi quando vi diciamo che abbiamo fatto i miracoli per incastrare “report” e “sostenibilità” in una parola unica e nel tentativo quasi improbabile che da esse venisse fuori la parola “responsabilità”. Ci abbiamo provato anche in inglese, ma nulla…

Pazienza, conta il pensiero.

Bando ai giochi di parole, soffermiamoci sul contenuto. Perché sia report che sostenibilità sono due concetti che davvero evidenziano una responsabilità, in particolare da parte delle aziende. In tal senso, c’è chi è già obbligato a fare attività di documentazione. La maggior parte però lavora sotto impegno volontario. Che tale resterà ancora per poco.

 

CSRD, comunicare la sostenibilità diventa d’obbligo

 

È notizia dei giorni scorsi. Il Parlamento europeo ha approvato con l’86% dei voti a favore la Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (dall’inglese Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD), che mira a porre le informazioni sulla sostenibilità (sociale, ambientale e di governance) sul medesimo piano delle informazioni finanziarie per la valutazione delle performance aziendali. Alcuni dei temi affrontati dalla CSRD saranno relativi ad impatto ambientale, diritti umani, standard sociali ed etica del lavoro. 

La nuova normativa andrà ad ampliare il bacino di aziende attualmente coinvolte dalla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria in atto, estendendolo da 11 mila aziende ad oltre 50 mila aziende. Mica poche.

Non tutti, almeno subito…

L’attuazione avverrà a scaglioni. Inizieranno dal 2024 le grandi aziende multinazionali (con più di 500 dipendenti) già soggette alla precedente direttiva sulla rendicontazione non finanziaria. 

Dal 2025 gli obblighi si estenderanno anche alle grandi imprese attualmente non soggette alla precedente direttiva sulla rendicontazione non finanziaria e con più di 250 dipendenti, con 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di totale attivo. Noi di Feralpi siamo tra queste.

Mancano le PMI quotate. Il loro turno avrà inizio dal 2026. 

Fermare il greenwashing tra gli obiettivi della nuova direttiva

Ci sono carenze nell’attuale normativa che riguarda le informazioni di "carattere non finanziario". E in un periodo dove il “greenwashing” – e non solo quello - trova terreno fertile per prosperare, il Parlamento vuole porre le basi per degli standard di rendicontazione che permettano di avere una visione complessiva delle performance non finanziaria di un’azienda, permettendo allo stesso una più facile comparazione tra aziende.


Tra pro e contro...

I vantaggi emergono a primo impatto. Riuscire a mantenere allineate le aziende lungo lo stesso metro di giudizio e stanare il lupo che si nasconde dietro al greenwashing può costituire un’innovazione che fino a questo momento non era permessa. Gli aspetti più critici riguardano chi attualmente non produce ancora
reporting di sostenibilità e per cui tale attività si rende obbligatoria. Per tutti gli altri, già attualmente impegnati per obbligo o vocazione, ci sarà ugualmente la necessità di adeguarsi ai nuovi principali declinati dalla nuova direttiva europea.

L’impegno di Feralpi nella rendicontazione

Feralpi Group ha iniziato da tempo il suo percorso in termini di rendicontazione della sostenibilità. Il primo bilancio è datato 2004 anche se evidentemente raccoglie i numeri dei due anni precedenti. Più di 20 anni sono passati dal primo documento, nato come edizione biennale e divenuto ben presto a cadenza annuale. Negli ultimi tre anni, Feralpi Group ha cambiato il suo approccio producendo nel 2019 la sua prima Dichiarazione Volontaria Consolidata di Carattere non finanziario. Una strada all’insegna della continuità, della trasparenza e dell’impegno volontario. 

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Isabella Manfredi

Sono in Feralpi da diversi anni e attualmente sono Direttore Comunicazione, Relazioni esterne e CSR manager & Sustainable Innovation del Gruppo. Oltre alla passione per la comunicazione, ho a cuore il tema della sostenibilità come valore indispensabile per la crescita e la competitività dell'azienda. Fuori dall'ufficio amo stare in famiglia e non rinuncerei mai alla passeggiata mattutina in mezzo alla natura con i miei amatissimi cani.