Il talento come strumento di inclusione
I Inclusione sociale e territorio
Edited by Hervé Sacchi

Ci sono cose di cui si sente parlare spesso, ma che forse non conosciamo mai abbastanza.

Vuoi per mancanza di tempo, talvolta di semplice interesse.

Ad esempio, quando si parla di autismo, il solo saper distinguere tra patologia o disturbo, tra qualcosa che è innato o che si genera lungo l’arco della vita, può essere banalità per chi conosce questa realtà, ma allo stesso tempo risultare un dubbio per chi non ha incrociato nella sua vita persone o famiglie che vivono questa quotidianità. Una quotidianità composta da problematiche e impegni gravosi – sia in termini di tempo che di risorse economiche – per le quali non sempre è sufficiente il supporto dei propri cari. Strutture e spazi, unitamente alle figure di specialisti ed educatori, sono fattori indispensabili. Approfondiamo il tema con il Dott. Leonardo Zoccante, Neuropsichiatra Infantile e Coordinatore del Centro Regionale Disturbi dello Spettro Autistico di Verona. 

 

Dottore, quando si parla di autismo, quali sono i termini corretti da usare?

Disturbo dello spettro autistico è il concetto più adeguato. Non è una malattia o patologia, bensì una disfunzione cerebrale in cui viene meno una comunicazione tra le diverse aree cerebrali per gestire la complessità del comportamento.

Come e quando si riconosce una forma di autismo in una persona?

Partiamo dal concetto di neurofunzionamento. Esso è diviso in livelli, che comprendono caratteristiche come la capacità di comunicazione, di regolazione, di interazione e provare empatia. Sostanzialmente possiamo catalogare queste persone da 0 a 5, dove 0 è riferito a persone molto espansive, dall’empatia accentuata, che hanno interesse verso il prossimo e che si adoperano per fare delle attività in favore degli altri, mentre il livello 5 inquadra una popolazione più restia, chiusa, dedita al proprio interesse e ritirata, ma comunque con un livello di adattamento adeguato. A partire dal livello 6, ci si trova in una condizione in cui la persona, pur avendo un buon livello di intelligenza presenta peculiarità con scarsa empatia, difficoltà a essere fluido e a gestire la quotidianità. Questo “impaccio” sociale diventa più netto avvicinandosi al livello 10. Pertanto, possiamo dire che nei livelli 6-7 abbiamo una forma di autismo lieve, da 7-8,5 un autismo moderato mentre per livelli superiori c’è una forma grave, che richiede un impegno da parte della famiglia e di altre persone nel supportare la persona.

Quante persone sono affette da disturbo dello spettro autistico?

Si parla di una base di un bambino ogni 77 che nasce con un disturbo dello spettro autistico. Quindi circa l’1,3%. Poi ci sono altri disturbi del neurosviluppo, come l’ADHD (Disturbo da deficit dell’Attenzione e Iperattività) o la sindrome di Gilles de la Tourette. Considerando tutte queste varietà, la percentuale di persone che presentano disturbi del neurosviluppo varia tra il 5-8%.

Quali sono le “credenze” infondate sull’autismo. Ciò che le persone pensano di sapere e che invece così non sono…

Che possono essere pericolose, che possano non avere possibilità di miglioramento. O che il disturbo sia dovuto ai genitori, in termini di affettività, quando è in realtà una cosa neurobiologica. Il bambino nasce con un disturbo dello spettro autistico: poi su questo possono incidere fattori ambientali.

Qual è il vostro ruolo in questo contesto?

Partendo dall’analisi del livello di autismo, cerchiamo di ridurre il disturbo del neurosviluppo attraverso interventi che possano abbattere il livello. Certamente è più facile per persone che presentano un disturbo lieve: gli interventi possono ridurre la condizione e, in rari casi, permettere di uscire dallo spettro autistico portandoli verso il livello 5. Si può ridurre la sintomatologia anche in soggetti gravi, ma la persona non sarà in grado di essere autonoma.

Un altro ruolo importante è composto dalla famiglia.

La famiglia nei primi dieci anni di vita è fondamentale per cercare di abbattere il livello. È altrettanto importante associare interventi cosiddetti abilitativi, che però lo sappiamo richiedono specialisti. C’è poi la scuola, che dà la possibilità di sviluppare determinate abilità. Questa è una palestra per acquisire competenze e abbattere il punteggio dello spettro autistico. Ci sono persone che presentano un disturbo lieve che procedono il percorso scolastico, arrivando all’università.

Cosa si deve fare per favorire l’inclusione delle persone autistiche?

Prima abbiamo parlato della mancanza di sincronizzazione tra le aree cerebrali. Il disequilibrio che si crea porta ad avere competenze più o meno sviluppate. La persona con autismo può sviluppare in tal senso la cosiddetta isola di competenza: può, ad esempio, non riuscire ad attraversare la strada ma è capace di memorizzare le targhe di tutte le auto di un intero parcheggio. Questo perché nell’autismo abbiamo una selettività di funzionamento, che impedisce una valutazione più globale e sistemica dell’organizzazione dell’attività. Questo ci porta a considerare che nel disturbo dello spettro autistico si possono sviluppare competenze superiori a una determinata popolazione. A partire da queste competenze specifiche, e da queste abilità, è possibile che la persona tragga giovamento, attraverso ad esempio un inserimento nel mondo del lavoro, e possa anche essere proficua per gli altri. Dovremmo ragionare non solo in termini di “intelligenza”, in senso assoluto, ma quali tipi di intelligenza possiede una persona, partendo da quella e rendere quella persona produttiva. Questo dà un ritorno gratificazionale enorme.   

 

 

Feralpi supporta il Centro ABA di Lonato del Garda

Un sostegno per aiutare i bambini e le loro famiglie.

Con questo impegno, Feralpi Group ha deciso di contribuire alla creazione di uno spazio quale è il Centro ABA del Garda, inaugurato ufficialmente lo scorso aprile a Lonato. L’iniziativa nasce dall’Associazione ABAF APS Desenzano che, insieme alla Cooperativa Sociale “ParolePerDirlo”, ha dato vita a un nuovo centro, fondamentale per tutto il territorio del Garda. Il nuovo centro intende favorire sul territorio gardesano interventi riabilitativi per l’autismo che abbiano ottenuto un riconoscimento scientifico internazionale di tipo “evidence based”. L’importanza di effettuare trattamenti precoci e intensivi può avere effetti significativi sul miglioramento delle condizioni di vita dei bambini - futuri adulti autistici - e delle loro famiglie. Il Centro ABA del Garda, grazie alla sua polifunzionalità, è inoltre il luogo per organizzare e promuovere corsi di formazione per genitori, insegnanti ed educatori e formare nuovi terapisti assieme ad altre figure professionali in campo ludico e sportivo.

 

 

Hervé Sacchi

Quando a 5 anni giocavo al Game Gear (sì, ho messo il link se non sai cosa sia) non potevo sapere che sarei diventato Social Media Manager del Gruppo Feralpi. Lo so, le due cose non centrano nulla tra loro. Però dovevo trovare qualcosa che collegasse le mie passioni (digitale, tecnologia, games) al mio attuale ruolo. Vercellese, ora sul Lago di Garda, vivo la vita un quarto di... pizza alla volta. Ecco, avete capito anche che non mi prendo mai troppo seriamente.