Giovani con esperienza: agli annunci di lavoro senza senso rispondono gli ITS
F Futuro, giovani e talento
Edited by Francesca Rubes
Hanno collaborato Riccardo Bottoni, Hervé Sacchi

“Cerchiamo giovani, max 18 anni, con esperienza”.

Ok, forse non è un annuncio di un HR di professione, ma con rammarico voi o dei vostri conoscenti potreste esservi imbattuti in offerte simili. Scartate a monte. 


Non ci sono alibi, ma dietro un annuncio simile si nasconde un’esigenza ben precisa: inserire leve quanto più pronte nei settori ricercati. Un obiettivo non facile, ma questa cosa potrebbe cambiare. Come? Con una crescente spinta verso gli ITS. 


ITS sta per… 
 

Per sapere come gli ITS possono valorizzare il percorso dei giovani nel mondo del lavoro, bisogna intanto capire che differenza c’è tra ITS e ITIS. La mancanza di originalità e la scontata confusione sull’acronimo accrescono, in questo caso sì, gli alibi. Cerchiamo allora di facilitare il lavoro. 


La distanza tra i due percorsi è netta. Se l’ITIS è un percorso appartenente al gergo popolare delle scuole “superiori”, con il termine ITS si parla di Istituti Tecnici Superiori (anche la spiegazione dell’acronimo non aiuta), ovvero un percorso ad alta specializzazione tecnologica che, sulla carta, appare una parente povera dell’Università ma che ha le stesse potenzialità, vedasi la considerazione di altri Paesi europei come la Germania, nel condurre un giovane dal mondo scolastico a quello lavorativo. 


Draghi infiamma il tema ITS 

Un influencer - per rimanere nel gergo popolare - degli ITS è stato Mario Draghi.

Nello scorso febbraio, il premier italiano ha posto un accento su questa tipologia di percorso. Una cosa che nessun esponente politico nel corso di 11 anni di attività aveva saputo rendere così pesante, dall’alto del suo ruolo. Un endorsement giustificato anche dall’impegno che l’Europa contestualmente ha associato al suo sviluppo: dal Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza si parla di 1,5 miliardi agli ITS (20x rispetto a un anno qualunque). Mica spiccioli. 


L’importanza degli ITS in numeri

Se apriamo il portale dedicato agli ITS italiani emergono subito numeri importanti: l’80% degli studenti trova lavoro entro un anno. Un percorso che emerge dalla possibilità che hanno gli studenti nel trovare le porte aperte delle aziende (il 30% della durata dei corsi è in azienda) che aderiscono a questi progetti i quali coinvolgono il proprio personale nell’ambito dei corsi: il 50% dei prof è costituito da personale aziendale


Nel segno della tecnologia

Il fascino dei percorsi ITS è costituito dall’alta vocazione verso la tecnologia (il 50% si rivolge all’industria 4.0) e, in Italia, nel favorire il Made in Italy. Un grande passo per stimolare la crescita di innovazioni e innovatori, ma anche di tecnici capaci di manovrare le nuove tecnologie e dunque capaci di assecondare quell’esigenza che sfocia nelle necessità di aziende, più o meno grandi, di poter contare su impianti sempre più efficienti, con un minor consumo di CO2, digitalizzate e sicure. 


Attenzione, non ci stiamo dimenticando dei percorsi di laurea STEM che sono fondamentali nel concorrere alla crescita e all’evoluzione dei sistemi attuali. È altresì chiaro che per progredire servono non solo idee ma anche capacità di applicazione delle stesse. In questo senso la manifattura sta cambiando: le braccia di oggi non sono le braccia di ieri. Può sembrare nudo e crudo come concetto, ma la richiesta di personale qualificato deriva da questa richiesta. 

 

Dalla domanda all’offerta

La prima legge del mercato si applica anche su questo ambito. Nella fattispecie, la domanda è crescente e l’offerta è scarsa. L’Italia rispetto alla Germania – dove le Fachhochschule, che sta per Scuola Universitaria Professionale, sono una realtà oramai consolidata al pari di università e politecnico - paga uno scotto dovuto al fatto di essere partita in ritardo (nel discorso rientra anche il tema dell’Alternanza Scuola Lavoro). La diversità dei sistemi scolastici ha fatto da spartiacque, favorendo il paese teutonico che, dai dati 2019, propone al mercato del lavoro 300.000 tecnici all’anno rispetto ai circa 10 mila in Italia

Lavori che vanno, lavori che entrano: l’orizzonte temporale decennale prevede che ci sia un’evoluzione delle richieste specifiche delle aziende. Le professionalità richieste stanno subendo graduali cambiamenti, alcune irreversibili su specifici settori con la conseguenza di bloccare le aziende allo stato attuale. 


Il ruolo di Feralpi negli ITS

L’impegno del Gruppo Feralpi in questi percorsi risale al 2007 (con i percorsi biennali di tecnico di Formazione Superiore per la gestione degli impianti siderurgici, erogati in azienda) ed è cresciuto via via col tempo. Feralpi Siderurgica, fin dal 2017 - ovvero fin dal primo ciclo biennale del percorso - collabora attivamente con l’ITS per l’automazione e i sistemi meccatronici industriali, ed è stata ammessa nel 2019 nella Fondazione “ITS Lombardo per le nuove tecnologie meccaniche e meccatroniche” in qualità di Socio Partecipante. Nel 2020 è arrivato il certificato BITS da parte di Confindustria per l’impegno in questo campo.

Attraverso dunque i propri tecnici e ingegneri, in qualità di formatori e di tutor, l’azienda cerca di trasmettere la propria esperienza e le competenze in classe e in azienda: un percorso propedeutico per stimolare le qualità e il talento degli studenti che, grazie al proprio percorso interno, possono anticipare i tempi. Ed è forse quello che, in particolare in Italia, serve più di tutto per colmare questo gap. 

Insomma crediamo negli ITS, che hanno tanti pregi. Nell’attesa che, chissà, sappiano anche compensare le difficoltà di chi pubblica annunci di lavoro avventati.

Francesca Rubes

Ho la fortuna di lavorare in Feralpi dal 2007, occupandomi di Formazione, Organizzazione e Sviluppo del Personale. Sono mamma di Matteo ed Elisa e ho una grande passione per i libri per bambini e le passeggiate all'aria aperta.